Cedolare secca, guai in vista: con la Manovra aumenterà al 12,5%
21-10-2019
La cedolare secca sugli affitti a canone concordato oggi è del 10%
Una doccia fredda per il comparto immobiliare e in particolare quello degli affitti. Nella Legge di Bilancio 2020 è previsto un aumento della cedolare secca sugli affitti a canone agevolato dal 10% al 12,5%. Anche le imposte catastale e ipotecaria aumenteranno da 50 euro a 150 euro per le vendite delle case senza IVA, mentre per i soggetti IVA è prevista una riduzione da 200 euro a 150 euro.
Manovra 2020: l’aumento della cedolare secca
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Decreto Legge fiscale legato alla Manovra 2020; in questo momento il documento è in studio da parte degli uffici competenti. Tra le misure indicate nella Manovra, ci sarebbe anche l’innalzamento dell’aliquota dal 10% al 12,5% per la cedolare secca sugli affitti a canone concordato.
Non solo; anche l’imposta ipotecaria e catastale subiranno un aumento, per la precisione da 50 euro a 150 euro per i soggetti senza IVA, mentre i soggetti IVA dovrebbero beneficiare di una diminuzione da 200 euro a 150 euro.
L’agevolazione del 10% era, fino ad oggi, temporanea; una volta scaduta sarebbe salita al 15%. Il regime si applicava alle locazioni di lunga durata (minimo cinque anni), a quelle per studenti universitari fuori sede e ai contratti per esigenze transitorie documentate. Questa misura va a colpire i contribuenti che hanno dato in affitto la propria abitazione usufruendo del canone concordato al 10%.
Aumento della cedolare secca, l’indignazione del settore
Le associazioni di categoria dei proprietari sono già sul piede di guerra. Soprattutto l'Uppi (piccoli proprietari immobiliari) manifesta «forte indignazione». Secondo gli operatori del settore, l'aliquota del 10% ha favorito l'accesso all'abitazione in affitto a canoni calmierati e ridotto l'evasione fiscale nel settore di oltre il 50%. Ora invece l'aumento della cedolare secca «provocherà una richiesta generalizzata di ricalcolo al rialzo dei canoni da parte dei proprietari che hanno rinunciato ai canoni liberi e scoraggerà l'utilizzo di questa tipologia di affitto riservata ad inquilini meno abbienti».
«Tale decisione – prosegue l’Uppi – va proprio contro le Raccomandazioni all'Italia, provenienti dall'Unione Europea, che prevedono l'impegno nella lotta all'evasione. Da anni l'Uppi chiede di estendere la cedolare secca al 10% a tutti i comuni italiani per portare ovunque i benefici oggi riservati ai soli comuni ad alta tensione. Ricordiamo che il settore immobiliare è in forte crisi, soprattutto a causa della tassazione che ha ormai raggiunto livelli insostenibili».
Questo aumento colpirà soprattutto le grandi città italiane, dove il canone concordato era preferito rispetto agli affitti liberi. L’incremento del canone dal 10% al 12,5% colpirà non solo i proprietari, ma anche gli inquilini, che vedranno una riduzione sostanziale degli affitti calmierati e saranno costretti a pagare di più.
Fonte: ANSA