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Il bonus prima casa risolleverà il mercato immobiliare?

25-06-2021
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Gli italiani investono nel mattone sfruttando i tassi bassi dei mutui

Con l’approvazione del Decreto Sostegni Bis, è stata prevista la possibilità di non pagare le imposte sulla prima casa da parte degli under 36. Secondo le tendenze già in atto, ovvero l’aumento del 33% degli italiani interessati a comprare casa dal 2019 al 2020, questa misura potrebbe spingere ulteriormente la domanda di acquisto degli immobili nei prossimi mesi e restituire respiro a un mercato, quello immobiliare, che durante la pandemia ha certamente sofferto ma che comunque è rimasto in piedi.
 
Uno dei dati che fa ben sperare è l’aumento dei prezzi delle case in Italia: nel 2020 si è registrato un incremento del 2,5%. Segno che il mattone è tornato ad essere uno degli investimenti prediletti degli italiani. Anche la pandemia favorisce questo interesse; l’incremento dello smart working e del tempo trascorso in casa spingono gli italiani a cercare spazi più grandi con balconi, terrazze e aree verdi.
 
Non solo: i tassi dei mutui, ai minimi storici ormai da qualche tempo, talvolta sono inferiori all’1% dunque molto vantaggiosi. Secondo i dati diffusi dal Sistema di Informazioni Creditizie Crif, nel primo trimestre 2021 le nuove domande di mutui e surroghe sono aumentate quasi del 10% rispetto allo stesso periodo del 2020, in particolare nel mese di marzo che ha registrato addirittura un +55,8% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Complessivamente, il numero di richieste è stato il più elevato degli ultimi 8 anni.
 
 
Per tutte queste ragioni è lecito pensare che l’istituzione del bonus prima casa darà un’ulteriore spinta al mercato immobiliare. Grazie a questa misura si eviterà di pagare l’imposta di registro (se si compra da privato) o l’Iva (se si acquista dall’impresa), così come le imposte ipotecarie e catastali sulla compravendita e l’imposta sostitutiva per chi richiede il mutuo. Il risparmio, nel caso di un immobile nuovo del valore di 200 mila euro, arriva fino a 8 mila euro.
 
Esiste già un precedente che regala altro ottimismo agli operatori del settore, visti i risultati. Nel luglio 2020 il Regno Unito aveva deciso di abolire fino a marzo 2021 il pagamento dell’imposta di registro per le abitazioni fino a 500 mila sterline. Dopo pochi mesi il mercato residenziale britannico aveva registrato la migliore prestazione dal 2007. L’aumento della domanda aveva conseguentemente fatto salire i prezzi in tutto il paese: a dicembre l’aumento era del 8,5%, a marzo 2021 del 10,2%.
 
Sulla base di quanto accaduto nel Regno Unito, anche in Italia ci si aspetta un rialzo dei prezzi, anche se probabilmente più contenuto e limitato alle grandi città. La continua crescita delle persone vaccinate e il calo dei contagi e dei morti fanno ben sperare per il comparto immobiliare, ma bisognerà vedere quali saranno i veri effetti della pandemia sull’economia italiana, dello sblocco dei licenziamenti e delle moratorie sui mutui.
 
Fonte: money.it