Confedilizia: “Blocco sfratti lascia famiglie senza reddito”
05-08-2021
È scaduto il primo termine, ma di fatto non c’è stato nessun rilascio
Con l’approvazione del Decreto Sostegni, abbiamo superato il primo termine di scadenza (30 giugno 2021) per lo sblocco degli sfratti, in particolare riguardo ai provvedimenti emessi prima della pandemia. Ma Confedilizia continua la sua battaglia contro la violazione del diritto di proprietà di imprese e privati che lo stesso Stato sta violando. Sì, formalmente è avvenuto il primo sblocco, ma secondo l’associazione di fatto non c’è stato alcun rilascio. Da una parte, le prassi dei procedimenti giudiziari hanno parecchie tutele per gli inquilini, dall’altro il lungo blocco (attivato il 17 marzo 2020) ha portato all’accumulo dei procedimenti.
Le altre due scadenze previste sono al 30 settembre, per i provvedimenti emessi tra il 28 febbraio e il 30 settembre 2020, e al 31 dicembre, per i provvedimenti emanati tra l’1 ottobre 2020 e il 30 giugno 2021. Ad oggi siamo arrivati a 500 giorni di blocco sfratti. Un’altra grave questione riguarda la proroga delle esecuzioni concernenti i mancati pagamenti dei canoni fuori dal periodo Covid. Per non parlare dell’impossibilità di analizzare ogni caso singolarmente, rapportando le esigenze dell’inquilino con quelle del proprietario. Questi elementi hanno provocato le segnalazioni, da parte dei Tribunali, alla Corte costituzionale per verificare l’effettiva legittimità della normativa.
Secondo Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, «il blocco degli sfratti ha lasciato migliaia di famiglie senza reddito, senza la disponibilità del loro immobile e, ciononostante, persino costrette a sopportarne le spese, a partire da quelle condominiali (salvo il piccolo sollievo della cancellazione dell’Imu 2021). È, inoltre, un incentivo alla deresponsabilizzazione delle autorità pubbliche, che sarebbero chiamate a risolvere i problemi che il blocco scarica invece sui proprietari privati, persone fisiche e imprese. Ogni giorno in più di permanenza della sospensione è una ferita inferta all’affitto, ai futuri inquilini (specie i meno abbienti), alla mobilità del lavoro, all’economia tutta. Come è possibile che non lo si comprenda (o si finga di non comprenderlo)?».
Fonte: Monitorimmobiliare